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Questo blog nasce per pura curiosità e per qualche insegnamento molto superficiale, la radioattività è un argomento molto complesso e vasto e difficile da capire se non si hanno le basi; questo blog cerca di "insegnare" queste piccole basi molto semplicemente! In oltre, parliamo di notizie recenti e non, riguardanti la radioattività cercando di essere i più concreti e semplici possibili...
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giovedì 16 maggio 2013
Fukushima, la Tepco butta a mare l’acqua con la benedizione del Governo giapponese
Ci siamo. La Tepco si accinge a buttare nell’oceano Pacifico l’acqua di Fukushima. E dice che si tratta di acqua pulita, non più radioattiva rispetto a quella dei fiumi della zona.
Con la benedizione del Governo giapponese, la Tepco, la società proprietaria di Fukushima, vuole intercettare a monte dell’impianto l’acqua di falda che continua a penetrare a un ritmo impressionante negli edifici della centrale nucleare affetta da triplo meltdown.
Una volta entrata in contatto con i reattori – o con ciò che ne resta – l’acqua diventa fortemente radioattiva. Ora si vuole scaricare in mare l’acqua prima che finisca nei reattori. Una mossa brillante e vincente?
L’acqua di falda entra in Fukushima ad un ritmo variamente calcolato: 280 litri al minuto (due vasche da bagno!), 400 tonnellate al giorno…
Viene estratta dagli edifici e stoccata in serbatoi (senza contare i famosi pozzi che perdono) che ormai tappezzano l’area attorno all’impianto.
C’è anche un sistema di decontaminazione per eliminare gran parte della radioattività: ma anche dopo il trattamento l’acqua è troppo radioattiva per essere buttata a mare.
Di qui l’idea di intercettare l’acqua di falda prima che entri nella centrale nucleare e di realizzare una sorta di bypass per scaricarla nell’oceano.
E’ comunque una soluzione parziale, perché secondo i calcoli della Tepco verrebbe intercettato solo il 25% dell’acqua.
lunedì 13 maggio 2013
Tubo riparato con manici di scopa e nastro adesivo nella centrale di San Onofre
Nucleare sicuro? Come ha chiaramente dimostrato il disastro nucleare giapponese di Fukushima, nessun impianto nucleare lo è davvero. Ora, una foto shock scatta in un impianto degli Stati Uniti lo dimostra ancora di più. Stiamo parlando dell'impianto nucleare di San Onofre, nel sud della California, che nel 2012 è stato chiuso a causa della scoperta di una fuga radioattiva e di altri componenti danneggiati.
Ora è passato più di un anno, e la Southern California Edison (SCE), che gestisce la centrale, ha chiesto alla Nuclear Regulatory Commission (NRC) il permesso per riaccendere i reattori. Sfortunatamente per loro, però, una fotografia pubblicata da 10 News, pone dei seri dubbi sul fatto richiesta debba essere concessa. Perchè l'immagine, scattata quasi un anno dopo la chiusura dello stabilimento, mostra un grande tubo che perde, tenuto su con nastro adesivo, sacchetti di plastica e manici di scopa.
La SCE ha confermato che è stata scattata all'interno dell'unità 3, la stessa oggetto della fuga radioattiva, ma non ha rivelato quando. Un portavoce della società ha affermato che la plastica e il nastro sono stati utilizzati per indirizzare l'acqua dalla piccola perdita in un tubo di scarico, ma la sua spiegazione non ha tranquilizzato gli americani sulle misure di sicurezza che riguardano il nucleare.
300 litri di acqua radioattiva provenienti dalla centrale di Palisades riversati nel lago Michigan
I problemi legati alle emissioni radioattive presso la centrale nucleare di Palisades, negli Stati Uniti, hanno avuto inizio la scorsa estate, quando la presenza di un serbatoio difettoso e di perdite di acqua radioattiva provenienti da esso hanno portato alla chiusura dell'impianto. Entergy, proprietaria della centrale, ha deciso di rattoppare la perdita e di riavviare comunque il reattore.
La speranza è che la questione fosse così risolta e che tutto andasse dunque per il meglio, ma pare che purtroppo non sia stato così, secondo quanto riportato da parte di Grist e Detroit Free Press. Il serbatoio ha iniziato a perdere di nuovo, seppur rimanendo al di sotto del limite permesso, evenienza che ha spinto i proprietari a sperare nuovamente per il meglio.
Lo scorso sabato la perdita di acqua radioattiva sarebbe passata da un semplice zampillo ad un vero e proprio fiotto, complicando le operazioni per arginarla. Quasi 80 galloni, corrispondenti a circa 300 litri di acqua radioattiva contenente piccole quantità di trizio e probabili tracce di cobalto e di cesio hanno raggiunto le acque del lago Michigan. Domenica mattina la centrale nucleare ha iniziato ad essere portata verso lo spegnimento. Si tratta della nona occasione di blocco della centrale a partire dal 2011.
Secondo alcune dichiarazioni rilasciate da parte di Viktoria Mitlyng, portavoce della Nuclear Regulatory Commission, l'acqua contenente particelle radioattive sarebbe giunta nel lago Michigan ormai diluita e non avrebbe provocato danni ad un lago contenente oltre 900 mila litri d'acqua non contaminata.
Il problema legato alla sicurezza della centrale nucleare di Palisades rimane, dato che proprio per motivi legati ad essa il funzionamento degli impianti è stato fermato di frequente nel corso degli ultimi due anni. Riguardo la produzione di energia nucleare, la sicurezza dovrebbe sempre essere considerata come un aspetto fondamentale e di primaria importanza.
Sebbene, secondo quanto dichiarato da parte di Ronald Gilgenbach, presidente del dipartimento di ingegneria nucleare dell'Università del Michigan, la quantità di radiazioni emesse non dovrebbe suscitare alcuna preoccupazione tra la popolazione, resta da appurare se, non soltanto negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo, le centrali nucleari funzionanti siano dotate di sistemi di sicurezza e di piani di intervento adatti a cui ricorrere in caso di emergenza al fine di salvaguardare l'ambiente ed i cittadini.
mercoledì 8 maggio 2013
Fukushima, dati preoccupanti dal Giappone: livelli di radioattività troppo alti, tra il silenzio delle autorità
Nuovi dati rilasciati dal Ministero della Sanità giapponese, dimostrano ancora una volta che il disastro nucleare di Fukushima, verificatosi a seguito del violento terremoto dell’11 Marzo 2011, è tutt’altro che finito. Stando a quanto afferma Fukushima-Diary.com, nonostante un completo oscuramento dei media sull’attuale situazione, i livelli di cesio-137 e cesio-134 trovati nei crackers di riso e nei mandarini prodotti nella prefettura di Shizuoka a 362 chilometri dalla centrale, sono abbastanza alti da permettere il superamento delle soglie consentite nei residenti nel corso di pochi mesi, o addirittura settimane. Dai dati emerge che i livelli potenzialmente letali di radiazioni stanno ancora interessando i grandi centri abitati di tutto il Giappone, compresi quelli più distanti da Fukushima. In media un adulto non dovrebbe essere esposto ad oltre 50 millisievert (mSv) di radiazione per anno, al fine di evitare gravi conseguenze per la salute. Per i bambini la soglia massima è di gran lunga inferiore, probabilmente non più alta di 10 mSv. Valori che gli abitanti delle aree più limitrofe superano nel corso di poche settimane.
L'area interessata dai livelli più elevati di radiazioni |
L'area interessata dai livelli più elevati di radiazioni
Ma il cibo, ovviamente, non è l’unica fonte di radiazioni per l’uomo: i livelli, sempre secondo Fukushima-Diary.com, continuano ad aumentare anche nei laghi e nei fiumi a nord di Tokyo, rivelando misure quasi triplicate dalle ultime rilevazioni. Secondo la stessa fonte, le autorità competenti coprirebbero la gravità della situazione, attribuendo eventuali decessi ad altre cause. Livelli così elevati di radiazioni nel corpo umano possono comportare malattie cardiache e cancro, tanto per citare quelle più letali. Nel frattempo, un recente rapporto Rasmussen, ha scoperto che più di un terzo di tutti gli americani credono che le radiazioni provenienti dalla centrale di Fukushima abbiano causato un danno significativo negli Stati Uniti. Questo è probabilmente dovuto al fatto che alti livelli radioattivi sono stati osservati nel suolo, nell’acqua, e anche nel cibo del nuovo continente.
L'11 Marzo a Fukushima |
mercoledì 1 maggio 2013
Chernobyl, i sovietici furono galantuomini rispetto alle balle giapponesi su Fukushima
Ventisette anni fa, a quest’ora, quel che doveva accadere era già accaduto. Chi nel 1986 aveva già raggiunto l’età della ragione ricorderà per tutta la vita quel 26 aprile: poco dopo l’una del mattino (ora locale) si verificò l’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina, allora Unione Sovietica.
Il mondo lo seppe solo dopo che, il 27 aprile, fu rilevato un aumento della radioattività in Svezia. E fu paura in tutta Europa: la radioattività era il nemico invisibile che minacciava tutti e contro il quale ciascuno era totalmente impotente.
Ho ripescato su Youtube un Tg1 dei giorni di Chernobyl e ascoltandolo mi sono reso conto di una cosa: i sovietici in realtà si comportarono da galantuomini.
E’ vero, al’inizio cercarono di nascondere l’incidente e tardarono due giorni ad evacuare Pripjat, la città più vicina alla centrale nucleare: ma subito dopo diffusero informazioni che – col senno del poi – risultarono sostanzialmente corrette. Invece i giapponesi quante balle hanno raccontato su Fukushima!
Nonostante lo scetticismo palesato dal conduttore del tg, effettivamente a Chernobyl nell’immediato i morti furono solo due, proprio come dicevano i sovietici: la contabilità del cancro e della leucemia nella popolazione e in coloro che fronteggiarono l’emergenza è un’altra questione, purtroppo tuttora aperta.
E poi trovo veramente amena la notizia diffusa dagli americani e prontamente rilanciata dal tg che a Chernobyl fossero fusi due reattori, non uno solo. Una balla, adesso lo sappiamo. Mentre a Fukushima di reattori se ne sono fusi addirittura tre: ma i più credono che non se ne sia fuso nessuno.
I giapponesi infatti hanno negato molto a lungo l’evidenza. Soprattutto hanno ammesso la verità solo rilasciandola in piccole dosi omeopatiche e ad intervalli di molti giorni, affinchè non facesse comunque notizia.
Hanno platealmente barato sul calcolo della radioattività. Soprattutto hanno sempre e solo conteggiato la radioattività diffusa nell’aria, mentre il vero problema di Fukushima è l’acqua.
Insomma, di fronte alle bugie giapponesi su Fukushima bisogna togliersi – a posteriori – il cappello davanti all’Unione Sovietica e al modo in cui, passati i primi giorni, diffuse le informazioni su Chernobyl. E pensare che l’allora presidente americano Ronald Reagan definiva l’Urss “l’impero del male”…
Fukushima fa acqua. La radioattività nel terreno aumentata di 10 volte in due giorni!
Avete presente le perdite di acqua radioattiva dai pozzi di Fukushima e il fantoziano difetto di installazione che li affligge? Ebbene, adesso si vedono i risultati. Ovviamente avvelenati!!!.
In due soli giorni è aumentata di 10 volte la radioattività nel terreno in prossimità del pozzo numero 10. Stanno trasferendo l’acqua radioattiva dal pozzo in una cisterna con un tubo che ha tutto l’aspetto di quelli utilizzati per innaffiare il giardino.
Un esperto mandato dalla Prefettura ha definito dilettantesco il modo in cui opera la Tepco, la società proprietaria della centrale nucleare afflitta da triplo metldown.
Il New York Times non la tratta meglio. Riporta il giudizio di un esperto secondo il quale la Tepco non opera secondo una pianificazione a lungo termine ma affronta giorno per giorno le questioni più urgenti senza avere neanche il tempo di pensare al domani. Intanto il problema di stoccare l’acqua radioattiva si aggrava al ritmo di 280 litri circa al minuto.
"Hanno finito lo spazio attorno alla centrale nucleare. Torna la vecchia domanda: la butteranno a mare?"
La notizia della radioattività aumentata di 10 volte in due giorni nel terreno accanto al pozzo numero 10 viene dal blog Ex-Skf, che traduce dal giapponese in inglese notizie su Fukushima altrimenti destinate a non trovare eco fuori dal Giappone. La fonte è la stessa Tepco; le analisi sono state effettuate il 25 e il 27 aprile.
Sempre Ex-Skf trasferisce dell’acqua da un pozzo-colabrodo ad un container di metallo; ed
aggiunge che la prefettura di Fukushima ha mandato un gruppo di esperti a fare un sopralluogo nella centrale nucleare: essi sono stati spaventati da ciò che hanno visto; sostengono in sostanza che, comportandosi in modo meno dilettantesco, sarebbe stato possibile evitare le perdite di acqua radioattiva.
Anche il New York Times ha duramente criticato, ieri, il modo in cui a Fukushima viene gestita l’emergenza acqua.
L’acqua della falda sotterranea filtra al ritmo di circa 280 litri al minuto negli edifici che ospitavano i reattori nucleari fusi e squassati dalle esplosioni. Diventa fortemente radioattiva; viene estratta e stoccata.
Il problema era ben noto fin dai primi tempi della crisi. Per fermare il flusso d’acqua sotterranea dalle montagne verso Fukushima (che è situata in riva al Pacifico) sarebbe stato necessario costruire un muraglione in profondità nel terreno; la Tepco ha rifiutato, nota il New York Times (costava caro, aggiungo io) e il Governo giapponese non ha insistito.
Così ora tutta l’area attorno a Fukushima è tappezzata di serbatoi di acqua radioattiva. Hanno deciso di tagliare un bosco lì accanto per avere altro spazio destinato allo stoccaggio.
E poi? L’unica prospettiva implicita dei giapponesi tratteggiata dal New York Time è che in futuro l’acqua venga trattata per eliminare il grosso della radioattività e poi buttata nel’oceano.
Chissà se l’idea sarà apprezzata dai pescatori giapponesi dagli altri Paesi che si affacciano sul Pacifico…!!!
Cinghiali radioattivi, ultime notizie: altri dieci esemplari radioattivi nell’Ossola
A un paio di mesi dalle prime positività al cesio 137, altri dieci cinghiali radioattivi sono stati trovati nell’Ossola, nel nord del Piemonte. In otto esemplari della valle Vigezzo e due della valle Anzasca testati all’Istituto zooprofilattico di Torino sono state riscontrate tracce di cesio 137.Si tratta di un risultato in contrasto con l’esame eseguito un mese fa dall’ASL del Verbano Cusio Ossola che aveva dato esiti negativi ai test sulla presenza di radiazioni.
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