Era tutto vero: il pericolo Fukushima comincia solo adesso e il Giappone non sa come affrontarlo. Le autorità hanno finora mentito, ai giapponesi e al mondo intero: Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria. Un impianto che andava chiuso molti anni fa, ben prima del disastro nucleare del marzo 2011. Da allora, la situazione non è mai stata sotto controllo: la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. Tokyo finalmente ammette che, da mesi, si sta inquinando il mare con sversamenti continui di acqua radioattiva, utilizzata per tentare di raffreddare l’impianto. Ma il peggio è che nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente “liquefazione” del suolo. L’operazione più pericolosa comincerà a novembre, quando sarà avviata la rimozione di 400 tonnellate di combustibile nucleare. Operazione mai tentata prima su questa scala, avverte la “Reuters”: si tratta di contenere radiazioni equivalenti a 14.000 volte la bomba atomica di Hiroshima. Enormità: bonificare Fukushima – ammesso che ci si riesca – richiederà 11 miliardi di dollari. Se tutto va bene, ci vorranno 40 anni.
Gli scienziati non hanno idea del vero stato dei nuclei dei reattori, riassume il “Washington’s Blog” in un lungo reportage tradotto da “Megachip”: le Fukushima tecniciradiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America. Perché il peggio deve ancora arrivare: gli stessi tecnici incapaci, che hanno prima nascosto l’allarme e poi sbagliato tutte le procedure di emergenza, ora «stanno probabilmente per causare un problema molto più grande». Letteralmente: «La più grande minaccia a breve termine per l’umanità proviene dai bacini del combustibile di Fukushima: se uno dei bacini crollasse o si incendiasse, questo potrebbe avere gravi effetti negativi non solo sul Giappone, ma sul resto del mondo». Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare, avvertono l’esperto nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che «evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore». Un allarme di così vasta portata, che disorienta anche gli esperti più prudenti. Come Akio Matsumura, già consulente Onu, secondo cui la rimozione dei materiali radioattivi dai bacini del combustibile di Fukushima è «una questione di sopravvivenza umana».
Migliaia di lavoratori e una piccola flotta di gru, riferisce il “New York Times”, si preparano a «evitare un disastro ambientale ancora più profondo, che ha già reso la Cina e gli altri paesi vicini sempre più preoccupati». Obiettivo, neutralizzare le oltre 1.300 barre di combustibile esaurito dall’edificio del reattore 4. E’ come sfilare sigarette da un pacchetto accartocciato, avverte Gundersen: basta che due barre si urtino, e c’è il rischio che rilascino cesio radioattivo, xenon e kripton. «Ho il sospetto che nei prossimi mesi di novembre, dicembre e gennaio, sentiremo che l’edificio è stato evacuato, che hanno rotto una barra di combustibile, e che la barra di combustibile sta emettendo dei gas. Ritengo che le griglie si siano contorte, il combustibile si sia surriscaldato e il bacino sia giunto a ebollizione: la conseguenza naturale è che sia probabile che una parte del combustibile rimarrà incastrata lì per un lungo, lungo periodo». Le griglie Arnie Gundersensono contorte per effetto del terremoto, che ha fatto collassare il tetto proprio sopra il deposito nucleare.
«Le conseguenze – conferma il “Japan Times” – potrebbero essere di gran lunga più gravi di qualsiasi incidente nucleare che il mondo abbia mai visto: se una barra di combustibile cadesse, si rompesse o si impigliasse mentre viene rimossa, i possibili peggiori scenari includono una grande esplosione, una fusione nel bacino o un grande incendio. Ognuna di queste situazioni potrebbe portare a massicci rilasci di radionuclidi mortali nell’atmosfera, mettendo in grave rischio gran parte del Giappone – compresi Tokyo e Yokohama – e anche i paesi vicini». Secondo la “Cnbc”, il pericolo maggiore riguarda il possibile sversamento di acqua in uno dei bacini, che potrebbe incendiare il combustibile. «Un enorme incendio del combustibile esaurito – dichiara alla “Cnn” il consulente nucleare Mycle Schneider – probabilmente farebbe apparire poca cosa le attuali dimensioni della catastrofe, e potrebbe superare le emissioni di radioattività di Chernobyl di decine di volte». Una sorta di apocalisse: «Le pareti della piscina potrebbero avere perdite al di là della capacità di fornire acqua di raffreddamento, o un edificio del reattore potrebbe crollare in seguito una delle centinaia di scosse di assestamento. Poi, il rivestimento del combustibile potrebbe incendiarsi spontaneamente emettendo il suo intero accumulo radioattivo».
Sarebbe il più grave disastro radiologico mai visto fino ad oggi, conferma Antony Froggatt nel suo “World Nuclear Industry Status Report 2013”, redatto con Schneider. E per Gundersen, direttore di “Fairewinds Energy Education”, l’operazione si prospetta «piena di pericoli», e la verità è che «nessuno sa quanto male potrebbero andare le cose». Ciascun assemblaggio di barre combustibili pesa 300 chili e misura 4 metri e mezzo. Gli assemblaggi da rimuovere sono 1.331, informa Yoshikazu Nagai della Tepco, più altri 202 stoccati nel bacino: le barre di combustibile esaurito inoltre contengono plutonio, una delle sostanze più tossiche dell’universo, che si forma durante le ultime fasi del funzionamento di un reattore. «Il problema di una criticità che colpisca il bacino del combustibile è che non la si può fermare, non ci sono barre di controllo per gestirla», sostiene Gundersen. «Il sistema di raffreddamento del bacino del combustibile esaurito è stato Mycle Schneiderprogettato solo per rimuovere il calore di decadimento, non il calore derivante da una reazione nucleare in corso».
Le barre sono rese ancora più vulnerabili agli incendi nel caso debbano essere esposte all’aria. Il quadro è estremamente precario: l’operazione si svolgerà sott’acqua, in un bacino all’interno di un edificio lesionato, che la Tepco ha già puntellato. «La rimozione delle barre dal bacino è un compito delicato», testimonia Toshio Kimura, ex tecnico della Tepco, al lavoro a Fukushima per 11 anni. «In precedenza era un processo controllato dal computer che memorizzava al millimetro le posizioni esatte delle barre, ma ora non se ne può più disporre: il processo deve essere fatto manualmente, quindi c’è un alto rischio che si possa far cadere e rompere qualcuna delle barre di combustibile». In più, la situazione è assolutamente instabile. Secondo Richard Tanter, esperto nucleare dell’università di Melbourne, il reattore 4 di Fukushima «sta affondando». Lo conferma l’ex premier giapponese Naoto Kan: sotto il grande deposito di combustibile atomico, il terreno è già spofondato di circa 31 centimetri.
Per tentare di stabilizzarlo e isolarlo dall’acqua, la Tepco sta considerando la possibilità di congelare il suolo attorno all’impianto. Essenzialmente, riferisce “Nbc News”, si tratta di costruire un muro sotterraneo di ghiaccio lungo un miglio, cosa che non è mai stata tentata prima: in pratica, stanno cercando di arrampicarsi sugli specchi perché non sanno come risolvere il problema. «Un altro errore che venisse fatto dalla Tepco potrebbe avere conseguenze perfino esiziali, per il Giappone», sottolinea “Japan Focus” puntando il dito contro l’azienda elettrica responsabile del disastro. La Tepco ha infatti taciuto la verità sul degrado dell’impianto prima ancora del sisma, poi ha sbagliato tutto il possibile. Il governo di Tokyo ha concluso che il disastro ha avuto “cause umane”, ed è stato provocato da una “collusione” tra il governo stesso e la Tepco, oltre che da una cattiva progettazione del reattore. Già all’indomani della tragedia, «la Tepco sapeva che 3 reattori nucleari avevano perso capacità contenitiva, che il nuclere apocalissecombustibile nucleare era “scomparso”, e che non vi era di fatto alcun vero contenimento».
L’azienda, ricorda il “Washington’s Blog” ha cercato disperatamente di coprire la verità per due anni e mezzo, «fingendo che i reattori fossero in fase di “spegnimento a freddo”», e solo ora ha ammesso che da due anni sta rilasciando enormi quantità di acqua radioattiva che, attraverso le falde sotterranee, si riversano nell’Oceano Pacifico. La dimensione del pericolo lascia sgomenti: nessuno, al mondo, è preparato a fronteggiare una catastrofe come quella evocata dai tecnici più pessimisti. Ma l’aspetto più sinistro, forse, è proprio quello che riguarda l’informazione e l’assoluta mancanza di trasparenza: la verità è stata negata dai tecnici, minimizzata dai politici, oscurata dai media. Molti blogger hanno incessantemente rilanciato l’allarme, fino alla notizia – qualche mese fa – degli sversamenti radioattivi in mare. Solo ora – di fronte all’impossibilità di continuare a negare, alla vigilia della pericolosissima operazione di bonifica – si giunge ad ammettere tutto. Colpisce l’appello di Mitsuhei Murata, ex ambasciatore giapponese in Svizzera, che chiede che il Giappone rinunci ad ospitare a Tokyo le Olimpiadi 2020, perché non potrebbe garantire la sicurezza degli atleti. Così, il Sol Levante tramonta nella vergogna.
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Questo blog nasce per pura curiosità e per qualche insegnamento molto superficiale, la radioattività è un argomento molto complesso e vasto e difficile da capire se non si hanno le basi; questo blog cerca di "insegnare" queste piccole basi molto semplicemente! In oltre, parliamo di notizie recenti e non, riguardanti la radioattività cercando di essere i più concreti e semplici possibili...
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lunedì 23 settembre 2013
domenica 22 settembre 2013
ECCO COME FUKUSHIMA STA DISPERDENDO LA SUA RADIOATTIVITÀ
Ecco come le radiazioni di Fukushima si stanno estendendo al resto dell’Oceano compromettendo così la flora e la fauna marina. Il video è stato realizzato dal modello HYSPLIT del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).
Il modello mostra un continuo rilascio di particelle radioattive di cesio-137 emesso dalla centrale di Fukushima. Ogni cambiamento di colore delle particelle (rosso, arancione, giallo, ciano, verde, blu, violetto, magenta) rappresenta una diminuzione nella radioattività di un fattore 10 . E’ evidente di come la radioattività non sia limitata alla sola zona dell’incidente!!
In oltre la radioattività ha raggiunto una zona chiamata FAO-71 considerata oggi, zona contaminatissima dalle radiazioni prodotte dall’esplosione di due anni fa. In questa zona viene pescato il tonno che poi verrà venduto nel mercato italiano.
Quindi ciò che bisogna precisare è che nell’area 71 che, ripetiamo, dista 4000 km da Fukushima, si pesca essenzialmente tonno rosso che oggi è una specie protetta. Mentre il tonno pinnegialle dell’area 61 ha invece una contaminazione non certa. Qualche idea possiamo farcela guardando la mappa di google earth e sovrapponendola alla mappa relativa alle zone fao.
Per avere una preparazione migliore sull’argomento è sempre bene conoscere le zone di cattura indicate sul sito della FAO:
ZONE DI CATTURA
Atlantico nord-occidentale Zona FAO n. 21
Atlantico nord-orientale Zona FAO n. 27
Mar Baltico Zona FAO n. 27.III.d
Atlantico centro-occidentale Zona FAO n. 31
Atlantico centro-orientale Zona FAO n. 34
Atlantico sud-occidentale Zona FAO n. 41
Atlantico sud-orientale Zona FAO n. 47
Mar Mediterraneo Zone FAO n. 37.1, 37,2 e 37,3
Mar Nero Zona FAO n. 37,4
Oceano Indiano Zone FAO n. 51 e 57
Oceano Pacifico Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87
Atlantico Zone FAO n. 48, 58 e 88
Il modello mostra un continuo rilascio di particelle radioattive di cesio-137 emesso dalla centrale di Fukushima. Ogni cambiamento di colore delle particelle (rosso, arancione, giallo, ciano, verde, blu, violetto, magenta) rappresenta una diminuzione nella radioattività di un fattore 10 . E’ evidente di come la radioattività non sia limitata alla sola zona dell’incidente!!
In oltre la radioattività ha raggiunto una zona chiamata FAO-71 considerata oggi, zona contaminatissima dalle radiazioni prodotte dall’esplosione di due anni fa. In questa zona viene pescato il tonno che poi verrà venduto nel mercato italiano.
Quindi ciò che bisogna precisare è che nell’area 71 che, ripetiamo, dista 4000 km da Fukushima, si pesca essenzialmente tonno rosso che oggi è una specie protetta. Mentre il tonno pinnegialle dell’area 61 ha invece una contaminazione non certa. Qualche idea possiamo farcela guardando la mappa di google earth e sovrapponendola alla mappa relativa alle zone fao.
Per avere una preparazione migliore sull’argomento è sempre bene conoscere le zone di cattura indicate sul sito della FAO:
ZONE DI CATTURA
Atlantico nord-occidentale Zona FAO n. 21
Atlantico nord-orientale Zona FAO n. 27
Mar Baltico Zona FAO n. 27.III.d
Atlantico centro-occidentale Zona FAO n. 31
Atlantico centro-orientale Zona FAO n. 34
Atlantico sud-occidentale Zona FAO n. 41
Atlantico sud-orientale Zona FAO n. 47
Mar Mediterraneo Zone FAO n. 37.1, 37,2 e 37,3
Mar Nero Zona FAO n. 37,4
Oceano Indiano Zone FAO n. 51 e 57
Oceano Pacifico Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87
Atlantico Zone FAO n. 48, 58 e 88
giovedì 19 settembre 2013
Fukushima, acqua contaminata nell'Oceano. La Tepco lancia allarme radioattività
A pochi giorni dall'elezione di Tokyo a città
olimpica 2020, l 'azienda
che gestisce la centrale nucleare ha comunicato che dell'acqua avvelenata da
radiazioni potrebbe aver raggiunto le rive del Pacifico. Pochi giorni fa il
primo ministro giapponese aveva rassicurato i vertici del Ciò affermando che lo
stato delle acque era del tutto sotto controllo.
TOKIO - 'L'effetto Fukushima' continua a seminare
radioattività. Questa volta l'allarme arriva direttamente dalla Tepco,
l'azienda giapponese che gestisce la centrale nucleare tristemente nota per il
secondo disastro ambientale più grande dopo Chernobyl.
A destare la preoccupazione dei vertici della
Tokyo electric power è la radioattività rilevata in una fossa di drenaggio
collegata direttamente all'Oceano pacifico. Probabilmente l'acqua contaminata
ha raggiunto il mare. Il livello di radioattività rilevata dai tecnici in
alcuni campioni a 150
metri dalla riva raggiunge i 220 becquerel a litro. A
destare il sospetto di una perdita sono i livelli di radiazioni ben superiori a
quelli registrati nei prelievi effettuati la settimana scorsa nello stesso
canale che collega il mare a una zona dove si trovano dei serbatoi contenenti
acqua altamente radioattiva, di cui uno aveva lasciato filtrare 300 tonnellate
di liquido contaminato.
È solo l'ultimo dei molti allarmi 'radioattivi'
nei dintorni di Fukushima, ma è quello che stona di più. Pochi giorni fa il
primo ministro giapponese Abe, prima che Tokyo vincesse la gara per i Giochi
olimpici 2020, aveva rassicurato le autorità internazionali sulla sicurezza
degli impianti di Fukushima. Inoltre aveva sottolineato che le fughe d'acqua
radioattiva erano limitate entro poche centinaia di metri intorno alla
centrale.
''Vi è la possibilità che l'acqua contaminata del
serbatoio sia diluita in acqua piovana e si sia infiltrata nel suolo e nelle
acque sotterranee'' si legge in una nota della compagnia. Ieri, sempre la Tepco , aveva inoltre fatto
sapere che il livello di radiazioni nell'area del serbatoio era aumentato
nuovamente, da 1.800 millisievert all'ora di sabato scorso (18 volte più alto
rispetto al 22 agosto) a 2.200 millisievert. Già il livello rilevato la scorsa
settimana era tale da poter uccidere una persona se esposta per circa quattro
ore alle radiazioni.
L'ammissione dell'azienda giapponese arriva in un
giorno in cui il primo ministro Shinzo Abe ha contestato fortemente delle vignette
pubblicate da una rivista satirica francese che univano il tema delle Olimpiadi
e di Fukushima. Abe ha presentato un reclamo ufficiale al capo redattore della
rivista incriminata, Luigi Maria Horeau, attraverso la sua ambasciata a Parigi
e ha detto: "Si tratta di vignette che feriscono i sentimenti di coloro
che hanno sofferto il grande terremoto del Giappone orientale. Non sono
opportune e danno un'impressione sbagliata della gestione dell'acqua
contaminata".
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