Benvenuto
Questo blog nasce per pura curiosità e per qualche insegnamento molto superficiale, la radioattività è un argomento molto complesso e vasto e difficile da capire se non si hanno le basi; questo blog cerca di "insegnare" queste piccole basi molto semplicemente! In oltre, parliamo di notizie recenti e non, riguardanti la radioattività cercando di essere i più concreti e semplici possibili...
Grazie per la visita!
Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi via e-mail all'indirizzo: wingsofwarlivorno@gmail.com
lunedì 29 ottobre 2012
COME SOPRAVVIVERE AD UN ATTACCO O AD UN DISASTRO NUCLEARE
le regole base di sopravvivenza per sopravvivere alla radioattività.Alcune di queste informazioni potrebbero tornare molto utili anche nel caso in cui una centrale nucleare, a causa di un grave incidente, rilasci radioattività nell'aria.
I RIFUGI ANTIATOMICI:
Un rifugio sicuro deve essere costruito sotto terra e deve avere un affidabile sistema di ossigenazione che impedisca all'aria contaminata di entrare nel sistema di aereazione. L'involucro è quasi sempre in cemento armato con pareti molto spesse e gli interni sono rivestiti da particolari materiali isolanti.
Piombo e acciaio sono largamente usati per la costruzione di rifugi antiatomici per la loro alta protezione dalla radioattività.
L'entrata del bunker solitamente è composta da una botola corazzata e una scala che porta al rifugio, per entrare nel cuore del bunker si passa dalla stanza di decontaminazione e di solito da due portoni molti spessi a tenuta stagna e a chiusura ermetica.
All'interno del rifugio ci deve essere acqua potabile, cibo, energia elettrica e servizi igienici.
La grande richiesta da parte della popolazione ha fatto nascere ditte specializzate nella costruzione di rifugi antiatomici prefabbricati. La Svizzera risulta essere molto organizzata in questo settore in quanto una legge obbliga ogni cittadino a costruirsi un rifugio sotto casa con solai spessi 40 cm e muri spessi 30 cm, con un autosufficienza di cibo, acqua e aria di almeno sei mesi. Per i palazzi esistono i bunker condominali.
I RIFUGI IMPROVVISATI:
Rifugi antiatomici improvvisati possono essere le condotte sotterranee della metropolitana, tunnel autostradali e ferroviari di una certa lunghezza, grotte, miniere, fogne ecc...
Dopo l'esplosione di una bomba nucleare bisogna raggiungere velocemente un rifugio prima che cominci la ricaduta radioattiva, cioè entro mezz'ora dal lampo nel cielo.
Se non si riesce a trovare un rifugio sottoterra o in un bunker, optare per qualsiasi luogo sia al di sotto del metro e settanta dal livello della superficie.
Potete rifugiarvi anche in un fosso o potete scavare una buca; all'interno stare rigorosamente sdraiati a faccia in giù coprendosi bocca e naso con un panno o con la maglietta. In questo modo si eviterà l'onda termica, l'onda d'urto e la radioattività diretta.
Prima della ricaduta radioattiva coprire la buca o cambiare riparo.
Se esiste la probabilità che la propria città possa essere vittima di un attacco atomico, e non si riesce ad abbandonarla, improvvisare un rifugio in una cantina o in un qualsiasi spazio al di sotto del livello del terreno rinforzando i muri con lastre di acciaio o sacchi di terra, sigillando eventuali aperture con calcestruzzo.
PROTEGGERSI DAL FALLOUT:
La ricaduta radioattiva più pericolosa è quella del primo giorno dall'esplosione, poi comincia a diminuire a seconda della potenza del ordigno esploso e dalla distanza in cui ci si trova dall'ipocentro.
E' utile sapere quando il periodo radioattivo termina in modo da tale da poter lasciare i propri rifugi.
Quando la radioattività si abbassa a un livello tale che il suo assorbimento ci permette di sopravvivere è possibile uscire all'aria aperta.
Si può usare la regola del 7/10, cioè dopo 7 ore la radioattività è di 1/10 di quella che si ha un'ora dopo l'esplosione, quindi dopo 49 ore sarà di 1/100, dopo 343 ore di 1/1000 è così via...
7X7= 49 (2 giorni) 1/100= 1/10 X 1/10
7X7X7=343 (14 giorni) 1/1000= 1/10 X 1/10 X 1/10
Esempio:
Dopo 1 ora: 1000Rad o 10 Gray
Dopo 2 ore: 400Rad o 4Gy
Dopo 7 ore: 100Rad o 1Gy
Dopo 48 ore: 10Rad o 0.1Gy
venerdì 26 ottobre 2012
Chernobyl, a 26 anni dal disastro un nuovo arco di 150 metri coprirà la centrale
I lavori partiranno nel giorno dell'anniversario della tragedia nucleare del 1986. L’impianto sarà presto sormontato da una mega-struttura d’acciaio destinata a coprire ciò che rimane della vecchia installazione sovietica. Uno smantellamento che riguarda anche il vecchio sarcofago deteriorato da buchi e crepe da rischiare il collasso su se stesso.
Cent’anni: tanto ci vorrà per smantellare, in sicurezza, la centrale nucleare di Chernobyl a 26 anni dal disastro del 26 aprile 1986. L’impianto sarà presto sormontato da un colossale arco d’acciaio, alto più di cento metri e lungo 150: è la megastruttura destinata a coprire ciò che rimane della vecchia installazione atomica sovietica. decommissioning che riguarda anche il vecchio sarcofago. Che, costruito frettolosamente e senza nemmeno una bullonatura di sostegno nei mesi dopo l’incidente, è così deteriorato da buchi e crepe da rischiare il collasso su se stesso. Una bomba a orologeria, viste le enormi quantità di radioattività ancora presenti nelle rovine dell’impianto, da disinnescare al più presto. I lavori partiranno domani, 26 aprile, ventiseiesimo anniversario del disastro nucleare. Ma il primo lotto di acciaio da 150 tonnellate, proveniente via treno dall’Italia, è già stato consegnato nelle scorse settimane.
Sono stati necessari dieci anni di valutazioni per superare i mille dubbi tecnici o legati alla mancanza di fondi, ma finalmente si parte. L’enorme arco di acciaio per isolare dall’ambiente circostante la bomba radioattiva di Chernobyl si farà. Un’opera da quasi ottocento milioni di dollari, donati da 29 diversi Paesi riuniti nel Chernobyl shelter fund: il gigantesco “tappo” peserà più di ventimila tonnellate e coprirà la centrale fino a ben 257 metri oltre gli edifici dell’impianto, evitando le pericolosissime infiltrazioni d’acqua piovana. Un’altra soluzione “temporanea”, dicono gli esperti, ma necessaria: le condizioni critiche dell’attuale sarcofago potrebbero infatti far fuoriuscire il restante 95% della radioattività, ancora intrappolata dentro il reattore.
Per ridurre i rischi di contaminazione per gli operai e gli ingegneri del cantiere (impiegati nel minor numero possibile), il maxi-coperchio verrà costruito altrove, trasportato in Ucraina sia su gomma che su ferro ed assemblato a trecento metri dal disastrato reattore numero 4. Una volta montato, verrà applicato sopra l’attuale copertura, facendolo scorrere su enormi rotaie costruite appositamente. Fatto ciò, nell’arco del prossimo secolo si procederà in remoto allo smantellamento sia dell’attuale sarcofago che della centrale stessa. Un lavoro enorme ed estremamente complesso che, secondo le previsioni del consorzio francese Novarka, progettista e costruttore dell’opera, si concluderà entro il primo semestre del 2015.
Questa mega-cupola è un estremo tentativo di sanare la grave ferita nucleare ancora aperta nel cuore d’Europa, e darà più tempo al governo ucraino di trovare un deposito permanente per le 200 tonnellate di uranio e la tonnellata di plutonio ancora contenute all’interno della centrale. Quantità enormi: basti pensare che un solo chilogrammo di plutonio, se inalato, è potenzialmente in grado di uccidere 10 milioni di persone.
“L’incidente di Chernobyl è diverso da Fukushima non solo per la quantità di materiale radioattivo fuoriuscita nell’ambiente (10 volte di più), ma anche perché la parte più pericolosa, il combustibile, è sostanzialmente rimasta sul posto”, ricorda il professor Marco Enrico Ricotti, docente del Politecnico di Milano e membro dell’American nuclear society: “Per Chernobyl non ci sono molte alternative: non è ragionevole pensare di andare a prendere il combustibile fuso per spostarlo da altre parti (in teoria si potrebbe fare, ma con robot e a costi e tempi notevoli), quindi si tratta di realizzare un edificio di contenimento sul posto”.
Un nuovo sarcofago, insomma, che costruito in acciaio invece che solamente in cemento armato può essere montato più facilmente, ma soprattutto “garantire durata, tenuta e schermatura” superiori a quelle attuali. “La soluzione più efficace dal punto di vista dei costi-benefici-sicurezza è quella di portare e costruire un sostanziale ‘schermo’ per le radiazioni e per evitare la diffusione e il contatto con l’ambiente dei materiali radioattivi”, aggiunge l’ingegnere nucleare: “Per le altre zone radioattive si tratta di gestire la costruzione con le dovute accortezze radiologiche: tempi di permanenza e protezioni per gli operatori”.
Inoltre, questa mega-struttura, non sostituendo l’attuale sarcofago, ma integrandolo, “difficilmente diventerà materiale radioattivo – conclude Ricotti – quindi in linea di principio potrebbe essere decontaminata nel caso in cui, fra parecchi decenni, si volesse smantellare il tutto”.
Cent’anni: tanto ci vorrà per smantellare, in sicurezza, la centrale nucleare di Chernobyl a 26 anni dal disastro del 26 aprile 1986. L’impianto sarà presto sormontato da un colossale arco d’acciaio, alto più di cento metri e lungo 150: è la megastruttura destinata a coprire ciò che rimane della vecchia installazione atomica sovietica. decommissioning che riguarda anche il vecchio sarcofago. Che, costruito frettolosamente e senza nemmeno una bullonatura di sostegno nei mesi dopo l’incidente, è così deteriorato da buchi e crepe da rischiare il collasso su se stesso. Una bomba a orologeria, viste le enormi quantità di radioattività ancora presenti nelle rovine dell’impianto, da disinnescare al più presto. I lavori partiranno domani, 26 aprile, ventiseiesimo anniversario del disastro nucleare. Ma il primo lotto di acciaio da 150 tonnellate, proveniente via treno dall’Italia, è già stato consegnato nelle scorse settimane.
Sono stati necessari dieci anni di valutazioni per superare i mille dubbi tecnici o legati alla mancanza di fondi, ma finalmente si parte. L’enorme arco di acciaio per isolare dall’ambiente circostante la bomba radioattiva di Chernobyl si farà. Un’opera da quasi ottocento milioni di dollari, donati da 29 diversi Paesi riuniti nel Chernobyl shelter fund: il gigantesco “tappo” peserà più di ventimila tonnellate e coprirà la centrale fino a ben 257 metri oltre gli edifici dell’impianto, evitando le pericolosissime infiltrazioni d’acqua piovana. Un’altra soluzione “temporanea”, dicono gli esperti, ma necessaria: le condizioni critiche dell’attuale sarcofago potrebbero infatti far fuoriuscire il restante 95% della radioattività, ancora intrappolata dentro il reattore.
Per ridurre i rischi di contaminazione per gli operai e gli ingegneri del cantiere (impiegati nel minor numero possibile), il maxi-coperchio verrà costruito altrove, trasportato in Ucraina sia su gomma che su ferro ed assemblato a trecento metri dal disastrato reattore numero 4. Una volta montato, verrà applicato sopra l’attuale copertura, facendolo scorrere su enormi rotaie costruite appositamente. Fatto ciò, nell’arco del prossimo secolo si procederà in remoto allo smantellamento sia dell’attuale sarcofago che della centrale stessa. Un lavoro enorme ed estremamente complesso che, secondo le previsioni del consorzio francese Novarka, progettista e costruttore dell’opera, si concluderà entro il primo semestre del 2015.
Questa mega-cupola è un estremo tentativo di sanare la grave ferita nucleare ancora aperta nel cuore d’Europa, e darà più tempo al governo ucraino di trovare un deposito permanente per le 200 tonnellate di uranio e la tonnellata di plutonio ancora contenute all’interno della centrale. Quantità enormi: basti pensare che un solo chilogrammo di plutonio, se inalato, è potenzialmente in grado di uccidere 10 milioni di persone.
“L’incidente di Chernobyl è diverso da Fukushima non solo per la quantità di materiale radioattivo fuoriuscita nell’ambiente (10 volte di più), ma anche perché la parte più pericolosa, il combustibile, è sostanzialmente rimasta sul posto”, ricorda il professor Marco Enrico Ricotti, docente del Politecnico di Milano e membro dell’American nuclear society: “Per Chernobyl non ci sono molte alternative: non è ragionevole pensare di andare a prendere il combustibile fuso per spostarlo da altre parti (in teoria si potrebbe fare, ma con robot e a costi e tempi notevoli), quindi si tratta di realizzare un edificio di contenimento sul posto”.
Un nuovo sarcofago, insomma, che costruito in acciaio invece che solamente in cemento armato può essere montato più facilmente, ma soprattutto “garantire durata, tenuta e schermatura” superiori a quelle attuali. “La soluzione più efficace dal punto di vista dei costi-benefici-sicurezza è quella di portare e costruire un sostanziale ‘schermo’ per le radiazioni e per evitare la diffusione e il contatto con l’ambiente dei materiali radioattivi”, aggiunge l’ingegnere nucleare: “Per le altre zone radioattive si tratta di gestire la costruzione con le dovute accortezze radiologiche: tempi di permanenza e protezioni per gli operatori”.
Inoltre, questa mega-struttura, non sostituendo l’attuale sarcofago, ma integrandolo, “difficilmente diventerà materiale radioattivo – conclude Ricotti – quindi in linea di principio potrebbe essere decontaminata nel caso in cui, fra parecchi decenni, si volesse smantellare il tutto”.
martedì 23 ottobre 2012
L'unità di misura Sievert
Il sievert (simbolo Sv), il cui nome deriva da quello dello scienziato svedese Rolf Sievert, è l'unità di misura della dose equivalente di radiazione nel Sistema Internazionale ed è una misura degli effetti e del danno provocato dalla radiazione su un organismo. La dose equivalente ha le stesse dimensioni della dose assorbita, ovvero energia per unità di massa. Nel Sistema Internazionale si ha:

Come per tutte le unità di misura del Sistema internazionale, i sottomultipli sono il millisievert (mSv, 1 Sv = 1000 mSv) ed il microsievert (μSv, 1 mSv = 1000 µSv). Il sievert ha sostituito l'unità tradizionale, il rem (1 Sv = 100 rem).
Per dare un'idea del valore di un sievert, si tenga presente che (in Italia) la dose media assorbita in un anno per esposizione alla sola radioattività naturale viene calcolata in circa 3 millisievert. Una radiografia al torace comporta per il paziente una dose di circa 0,02 mSv, mentre una radiografia ordinaria all'addome o una mammografia comportano dosi comunque inferiori a 1 mSv (0,4-0,7 mSv). Una TAC addominale 8 mSv, invece per una PET o una scintigrafia si va dai 10 ai 20 millisievert. In radioterapia si forniscono invece dosi molto più massicce di radiazioni: per trattamenti curativi sono dell'ordine delle decine di Sievert, ma concentrate limitatamente ed esclusivamente sul tumore da distruggere. Ad esempio per CA alla gola vengono somministrati 2 Gray a seduta per 30 sedute. In totale 60 Gray circa pari a 60 Sievert.
Come per tutte le unità di misura del Sistema internazionale, i sottomultipli sono il millisievert (mSv, 1 Sv = 1000 mSv) ed il microsievert (μSv, 1 mSv = 1000 µSv). Il sievert ha sostituito l'unità tradizionale, il rem (1 Sv = 100 rem).
Per dare un'idea del valore di un sievert, si tenga presente che (in Italia) la dose media assorbita in un anno per esposizione alla sola radioattività naturale viene calcolata in circa 3 millisievert. Una radiografia al torace comporta per il paziente una dose di circa 0,02 mSv, mentre una radiografia ordinaria all'addome o una mammografia comportano dosi comunque inferiori a 1 mSv (0,4-0,7 mSv). Una TAC addominale 8 mSv, invece per una PET o una scintigrafia si va dai 10 ai 20 millisievert. In radioterapia si forniscono invece dosi molto più massicce di radiazioni: per trattamenti curativi sono dell'ordine delle decine di Sievert, ma concentrate limitatamente ed esclusivamente sul tumore da distruggere. Ad esempio per CA alla gola vengono somministrati 2 Gray a seduta per 30 sedute. In totale 60 Gray circa pari a 60 Sievert.
Il fondo naturale e i decadimenti Alfa, Beta e Gamma
IL FONDO NATURALE
Il fondo di radioattività naturale è il fondo naturale di radiazioni ionizzanti dovuto a cause naturali e che è possibile rilevare ovunque sulla Terra. Il fondo di radioattività naturale è di origine sia terrestre (dovuto a isotopi radioattivi di elementi naturali contenuti nella crosta terrestre), sia extraterrestre (i raggi cosmici).
La media mondiale della dose equivalente di radioattività assorbita da un essere umano e dovuta al fondo naturale è di 2,4 millisievert (mSv) per anno. Questo valore deve costituire il riferimento per stimare eventuali valutazioni di rischio radioprotezionistico. Tuttavia il livello naturale del fondo naturale di radioattività varia significativamente da luogo a luogo. In Italia ad esempio la dose equivalente media valutata per la popolazione è di 3,4 mSv/anno, ma varia notevolmente da regione a regione. Ci sono aree geografiche dove il fondo naturale è significativamente più alto della media mondiale.
IL DECADIMENTO ALFA
In fisica nucleare il decadimento alfa è un tipo di decadimento radioattivo ovvero un processo per cui atomi instabili (e dunque radioattivi) si trasformano (trasmutano) in atomi di un altro elemento a numero atomico inferiore, che possono a loro volta essere radioattivi continuando a decadere oppure stabilizzarsi. Il processo è accompagnato dall'emissione di radiazioni ionizzanti.
IL DECADIMENTO BETA
In fisica nucleare il decadimento β è un tipo di decadimento radioattivo ovvero uno dei processi o reazioni nucleari spontanee attraverso le quali nuclidi instabili (e dunque radioattivi) si trasformano in altri nuclidi di elementi chimici a numero atomico diverso, che possono a loro volta essere radioattivi (continuando a decadere) oppure stabili, con emissione di altre particelle subatomiche ionizzanti secondo il principio di conservazione della massa/energia. Nel processo sono coinvolte le cosiddette forze nucleari deboli
I RAGGI GAMMA
In fisica nucleare i raggi gamma (spesso indicati con la lettera greca minuscola gamma, γ) sono una forma di radiazione elettromagnetica, appartenente allo spettro elettromagnetico, prodotta dal cosiddetto decadimento gamma o da processi nucleari o subatomici consistenti dunque nell'emissione di fotoni ad alta energia.
I raggi gamma sono più penetranti della radiazione particellare prodotta dalle altre forme di decadimento, ovvero decadimento alfa e decadimento beta, a causa della minor tendenza ad interagire con la materia essendo essi fotoni, ma sono meno ionizzanti.
I raggi gamma si distinguono dai raggi X per la loro origine: i gamma sono prodotti da transizioni nucleari o comunque subatomiche, mentre gli X sono prodotti da transizioni energetiche dovute ad elettroni in rapido spostamento sui loro livelli energetici quantizzati. Poiché è possibile per alcune transizioni elettroniche superare le energie di alcune transizioni nucleari, i raggi X più energetici si sovrappongono ai raggi gamma più deboli.
Uno schermo per raggi γ richiede una massa notevole. Per ridurre del 50% l'intensità di un raggio gamma occorrono 1 cm di piombo, 6 cm di cemento o 9 cm di materiale pressato.
Nonostante i raggi gamma siano meno ionizzanti degli alfa e beta, occorrono quindi schermi più spessi per la protezione degli esseri umani. I raggi gamma producono effetti simili a quelli dei raggi X come ustioni, forme di cancro e mutazioni genetiche.
mercoledì 17 ottobre 2012
E' giunto il momento di Arduino
Ebbene si anche io tra poco mi farò un contatore geiger con Arduino cosi da poter registrare un'po' di radiazioni dato che il mio SV500 è inadeguato per la misurazione di fondo naturale...
http://www.cooking-hacks.com/index.php/documentation/tutorials/geiger-counter-arduino-radiation-sensor-board
la scheda geiger può essere utilizzata con diverse sonde Geiger questo grazie ad una differente alimentazione ottenibile dalla HV in oltre è predisposto di un display dove mostrerà i conteggi, di un cicalino per sentire il classico rumore dei geiger e di 3 led uno verde 2 rossi x i livelli di radioattività (bassi-medi-alti). collegabile al pc tramite USB dove può essere riprogrammato facilmente senza l'utilizzo di adattatori costosissimi!!!
Cosi anche io adesso potrò finalmente registrare la radioattività di fondo e su oggetti cosi da controllarli!!
Grazie ad Arduino che è un micro-controllore, questo è possibile per pochi euro in confronto al costo di contatori geiger sensibili e robusti, Arduino non è difficile da programmare e molti data-sheet sono presenti sulla rete di pubblico dominio. Sperò di postare qualche foto tra un'po' di tempo!!
http://www.cooking-hacks.com/index.php/documentation/tutorials/geiger-counter-arduino-radiation-sensor-board
la scheda geiger può essere utilizzata con diverse sonde Geiger questo grazie ad una differente alimentazione ottenibile dalla HV in oltre è predisposto di un display dove mostrerà i conteggi, di un cicalino per sentire il classico rumore dei geiger e di 3 led uno verde 2 rossi x i livelli di radioattività (bassi-medi-alti). collegabile al pc tramite USB dove può essere riprogrammato facilmente senza l'utilizzo di adattatori costosissimi!!!
Cosi anche io adesso potrò finalmente registrare la radioattività di fondo e su oggetti cosi da controllarli!!
Grazie ad Arduino che è un micro-controllore, questo è possibile per pochi euro in confronto al costo di contatori geiger sensibili e robusti, Arduino non è difficile da programmare e molti data-sheet sono presenti sulla rete di pubblico dominio. Sperò di postare qualche foto tra un'po' di tempo!!
martedì 16 ottobre 2012
Intanto a Caorso
Quando ho visto questo video non volevo crederci e invece è vero... ascoltate cosa dice questo giornalista... è tutto vero, purtroppo...
Ragazzi ricordo che Caorso è in italia, è una centrale nucleare chiusa, ma come sappiamo tutti l'uranio non dorme mai e deve essere monitorato 24h/24h perchè la reazione non si ferma mai....
Ragazzi ricordo che Caorso è in italia, è una centrale nucleare chiusa, ma come sappiamo tutti l'uranio non dorme mai e deve essere monitorato 24h/24h perchè la reazione non si ferma mai....
Il disastro di Chernobyl nuovo video
Ecco un'altro video sul disastro di Chernobyl molto più completo di quello postato tempo fa...
Il video parla da solo, con il grande Piero Angela che descrive il fatto accaduto, che per noi è andato a chernobyl di persona 20 anni dopo il disastro!
Il video parla da solo, con il grande Piero Angela che descrive il fatto accaduto, che per noi è andato a chernobyl di persona 20 anni dopo il disastro!
giovedì 11 ottobre 2012
Parliamo del trizio
Il trizio (simbolo 3H o T, detto anche idrogeno-3) è un isotopo radioattivo (radionuclide) dell'idrogeno con un nucleo formato da un protone e due neutroni. In condizioni standard di pressione e temperatura il trizio forma un gas di molecole biatomiche (T2).
Essendo radioattivo, il trizio decade emettendo elettroni (β−) in elio-3:
con un'energia massima dell'elettrone Emax= 18,6 keV ed un tempo di dimezzamento pari a 12,33 anni.
Utilizzi:
Il trizio, insieme al deuterio, viene usato per realizzare la fusione nucleare sfruttando la reazione
che risulta essere particolarmente adatta allo scopo grazie all'alta sezione d'urto ed alla notevole energia generata dalla singola reazione.
Il trizio forma il composto T2O chiamato comunemente acqua superpesante. Questo composto è difficile da separare ed è altamente instabile. Il trizio viene anche utilizzato come tracciante radioattivo per studi di cinetica chimica. il trizio se eccitato con fosforo viene usato per attuali orologi radioluminescenti, in questa applicazione il trizio è sigillato da borosilicati per minimizzare le radiazioni
In ambito militare è utilizzato tramite tracciante per permettere una buona illuminazione notturna del mirino ACOG, senza l'utilizzo di batterie o illuminazioni esterne.
domenica 7 ottobre 2012
Il gas Radon
-CARATTERISTICHE PRINCIPALI-
Il radon è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore. Nonostante sia un gas nobile alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col radon e formare il fluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi...) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D'altra parte, l'acqua profonda delle falde, può presentare una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali.
-RADON e SALUTE-
Poiché il radon è un gas radioattivo, può risultare cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle alfa. La principale fonte di questo gas risulta essere il terreno (altre fonti possono essere in misura minore i materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica come il tufo o i graniti e l'acqua), dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi ove diventa pericoloso. Si stima che sia la
seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, ed alcuni studi evidenziano sinergie fra le due cause.L'isotopo più significativo per la dose dell'uomo è il Radon 222, che ha un tempo di dimezzamento di 3.82 giorni. Esso deriva, per decadimento alfa, dalla catena di decadimento dell'Uranio 238 e del Radio 226.Il radon, in generale, ha una grande volatilità e inerzia chimica: per cui, difficilmente reagisce con altri elementi, e tende a risalire in superficie.Il radon e i suoi discendenti nella catena di decadimento a loro volta
emettono particelle alfa e un'elevata densità di radiazioni ionizzanti. I livelli di guardia sono 150 Bq/m3, corrispondenti a circa 4 pCi/l.Più alta è la concentrazione nell'ambiente più alto è il rischio di contrarre il tumore. Un metodo immediato per proteggersi dall'accumulo di questo gas è l'aerazione degli ambienti, soprattutto nei casi in cui questi siano interrati o a contatto diretto col terreno. Questa tecnica risulta spesso però insufficiente o inefficace e, specialmente nei mesi invernali dispendiosa in termini di riscaldamento dei locali. La prima cosa da fare, nei casi in cui si sappia di essere in una zona a rischio, è di effettuare delle misurazioni di concentrazione presso la propria abitazione atte a determinare se questo problema esiste veramente. Infatti non è sufficiente sapere che edifici vicini al nostro sono contaminati da radon poiché
l'emissione di questo gas dipende da numerosissimi fattori, difficilmente determinabili a priori.
-LA MISURAZIONE-
Gli strumenti di misura vanno posizionati preferibilmente nei locali dove si soggiorna più a lungo (tipicamente le camere da letto o il soggiorno). Poiché la concentrazione di radon varia sia in funzione della distanza dal terreno, sia nel corso della giornata e con il variare delle stagioni, si utilizzano generalmente dei cosiddetti rivelatori passivi che forniscono dei valori medi in un periodo di tempo sufficientemente lungo (dai tre ai sei mesi). Inoltre, poiché specialmente nel periodo invernale l'abitazione aspira aria - che potrebbe essere ricca di radon - dal sottosuolo per differenza di pressione tra l'interno e l'esterno (effetto camino) e si ha una minore aerazione, è preferibile effettuare le misurazioni in questa stagione.
Il radon è un elemento chimicamente inerte (in quanto gas nobile), naturalmente radioattivo. A temperatura e pressione standard il radon è inodore e incolore. Nonostante sia un gas nobile alcuni esperimenti indicano che il fluoro può reagire col radon e formare il fluoruro di radon. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi...) lo rilascia in continuazione per volatilizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. D'altra parte, l'acqua profonda delle falde, può presentare una elevata concentrazione di 222Rn rispetto alle acque superficiali.
-RADON e SALUTE-
Poiché il radon è un gas radioattivo, può risultare cancerogeno se inalato, in quanto emettitore di particelle alfa. La principale fonte di questo gas risulta essere il terreno (altre fonti possono essere in misura minore i materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica come il tufo o i graniti e l'acqua), dal quale fuoriesce e si disperde nell'ambiente, accumulandosi in locali chiusi ove diventa pericoloso. Si stima che sia la
seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta, ed alcuni studi evidenziano sinergie fra le due cause.L'isotopo più significativo per la dose dell'uomo è il Radon 222, che ha un tempo di dimezzamento di 3.82 giorni. Esso deriva, per decadimento alfa, dalla catena di decadimento dell'Uranio 238 e del Radio 226.Il radon, in generale, ha una grande volatilità e inerzia chimica: per cui, difficilmente reagisce con altri elementi, e tende a risalire in superficie.Il radon e i suoi discendenti nella catena di decadimento a loro volta
emettono particelle alfa e un'elevata densità di radiazioni ionizzanti. I livelli di guardia sono 150 Bq/m3, corrispondenti a circa 4 pCi/l.Più alta è la concentrazione nell'ambiente più alto è il rischio di contrarre il tumore. Un metodo immediato per proteggersi dall'accumulo di questo gas è l'aerazione degli ambienti, soprattutto nei casi in cui questi siano interrati o a contatto diretto col terreno. Questa tecnica risulta spesso però insufficiente o inefficace e, specialmente nei mesi invernali dispendiosa in termini di riscaldamento dei locali. La prima cosa da fare, nei casi in cui si sappia di essere in una zona a rischio, è di effettuare delle misurazioni di concentrazione presso la propria abitazione atte a determinare se questo problema esiste veramente. Infatti non è sufficiente sapere che edifici vicini al nostro sono contaminati da radon poiché
l'emissione di questo gas dipende da numerosissimi fattori, difficilmente determinabili a priori.
-LA MISURAZIONE-
Gli strumenti di misura vanno posizionati preferibilmente nei locali dove si soggiorna più a lungo (tipicamente le camere da letto o il soggiorno). Poiché la concentrazione di radon varia sia in funzione della distanza dal terreno, sia nel corso della giornata e con il variare delle stagioni, si utilizzano generalmente dei cosiddetti rivelatori passivi che forniscono dei valori medi in un periodo di tempo sufficientemente lungo (dai tre ai sei mesi). Inoltre, poiché specialmente nel periodo invernale l'abitazione aspira aria - che potrebbe essere ricca di radon - dal sottosuolo per differenza di pressione tra l'interno e l'esterno (effetto camino) e si ha una minore aerazione, è preferibile effettuare le misurazioni in questa stagione.
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